La storia dell'amianto in edilizia

Dalle origini alla dismissione per danni alla salute.

Le origini dell'amianto

Il termine "amianto" deriva dal greco e significa immacolato, incorruttibile. L'amianto è un minerale con struttura microcristallina dall'aspetto fibroso; appartiene alla classe dei silicati, serie mineralogiche del serpentino e anfiboli. Si trova in natura sparso su tutto il pianeta ed il prodotto finito si ottiene macinando e arricchendo la pietra madre in miniere a cielo aperto.

Il composto di cemento-amianto è stato inventato nel 1901 da Ludwig Hatschek; per sottolineare l'elevato grado di resistenza, egli stesso gli diede il nome di "Eternit", dal latino aeternitas, «eternità».

Le caratteristiche che hanno fatto sì che fosse così utilizzato sono l'addensamento e la sottigliezza delle sue fibre, così compatte e numerose da renderle flessibili e resistenti al fuoco, al calore e all'usura. Inoltre, si lega molto bene con calce, gesso, cemento, gomma e pvc. Se a tutto ciò aggiungiamo il costo contenuto possiamo intuire facilmente perché l'amianto sia stato un materiale che in passato sia stato molto utilizzato.

 

I danni alla salute

Le coperture in amianto esposte agli agenti atmosferici sono soggette a fenomeni di corrosione che determinano il rilascio di fibre nell'aria; col tempo si è scoperto che questa fibra è tanto utile quanto dannosa alla salute dell'uomo e porta gravi malattie a livello respiratorio. Già nel 1930, pionieristici studi medici nel Regno Unito dimostrarono il rapporto diretto tra utilizzo di amianto e tumori. Nel 1943 la Germania fu il primo paese a riconoscere il cancro al polmone come conseguenza dell'inalazione di amianto prevedendo un risarcimento per i lavoratori ammalati. Nonostante ciò, il primo stato a bandire l'amianto fu l'Islanda ben quarant'anni dopo, nel 1983.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto l'amianto come inquinante e cancerogeno e, attualmente, oltre 50 paesi nel mondo lo hanno bandito.

L'Italia, con la Legge 257/92, ha vietato la produzione di manufatti contenenti amianto e tutte le attività commerciali ad esso collegate. Il Decreto Ministeriale 06.09.94 relativo alla cessazione dell’impiego dell’amianto stabilisce, fra l’altro, gli adempimenti necessari da attuarsi qualora si rilevi la presenza di materiali contenenti amianto. In tal senso prioritario è stilare un Programma di Controllo e Manutenzione per impedire il rilascio accidentale di fibre, per prevedere le metodiche d’intervento in caso di dispersione e per programmare analisi e monitoraggi.

L’associazione delle imprese del settore riferisce che negli anni 1995-96 sono stati rimossi milioni di mq di lastre di eternit, per un totale di circa 85.000 tonnellate di rifiuti pericolosi prodotti; circa un quinto del totale è stato bonificato con tecniche come l'incapsulamento e la sovracopertura. Nonostante l'amianto sia stato bandito dal commercio ormai da diversi anni, ancora oggi esistono moltissime strutture coperte da amianto che necessitano di bonifica.